C’era una volta un anziano signore che, per far trascorrere le serate al suo nipote Nicola raccontava storie incredibili.
Il nipote le adorava anche se, al contrario di quanto sostenesse l’anziano, era convinto che fossero frutto della fantasia dello zio.
La storia che Nicola amava di pi˘ era quella di “Mattia il rugbista”.
In un paese adagiato sulle rive del Naviglio esistevano strane creature, i rugbisti.
Questi esseri, sconosciuti ai pi˘, erano davvero bizzarri: adoravano rotolarsi nel fango e amavano giocare ad un gioco dalle regole assurde.
Innanzitutto si giocava con una palla dalla forma strana che produceva rimbalzi imprevedibili; ma poi, cosa ancor pi˘ strana, lo scopo consisteva nel portare la palla avanti ma… passando solo all’indietro.
Tra questi strani esseri cíera un bambino, figlio di un uomo grandissimo e fratello di una bambina velocissima che riusciva ad abbattere qualsiasi avversario.
Mattia era piccolo, aveva sempre freddo e non voleva mettere ai piedi quelle scarpe dure e piene di tacchetti.
E mentre i suoi amici erano sempre pronti a giocare e rotolarsi nel fango, lui avrebbe preferito stare sul suo divano a leggere un libro.
Passano gli anni e Mattia cresce. Il vecchio allenatore nota che qualcosa sta cambiando in lui: sono segnali impercettibili a cui nessuno fa caso perchË solo chi conosce bene questi strani esseri puÚ decifrarli.
Un bel giorno, perÚ, tutto cambia!!! Sulle sponde di uno stagno, che alcuni amano definire mare, si compie la magia. Mattia capisce che nel suo petto batte il cuore di un rugbista coraggioso e si rende conto di non aver paura di nessuno.
CosÏ, si butta nella mischia e placca chiunque gli passi vicino, recupera palloni e avanza nelle difese avversarie.
Sul pi˘ bello, Mattia recupera un pallone, trascina i suoi avversari che cercano di placcarlo fino alla linea di meta dove schiaccia la palla ovale.
Ma proprio quando la profezia sembra avverarsi, un sortilegio “confundus” annebbia la mente dell’arbitro che decide di non convalidare la tanto agognata meta.
Il nostro piccolo eroe, perÚ, non si scoraggia: pochi minuti dopo riconquista la palla, cosÏ ostile fino a quel giorno, e con uno scatto la deposita in meta.
Il pubblico Ë in visibilio perchË si rende conto che il piccolo Mattia, oggi, Ë diventato un vero rugbista.
E poi si sa: chiunque abbia mai giocato a questo strano gioco, rimane un rugbista per tutta la vita.
by
R. e M. Grimm
Come al solito, GRAZIE ai fotografi che rendono il lunedÏ uno dei giorni pi˘ belli della settimana:
Foto by MrFello
Foto by LaPam (premio CE Press Photo 2018)