U18: Gli aforismi sul rugby sono moltissimi e tutti gustosi

13 Feb 2020

Gli aforismi sul rugby sono moltissimi e tutti gustosi. Il mio preferito è forse quello di Oscar Wilde che definisce il nostro sport come “un eccellente modo di tenere trenta energumeni lontani dal centro della città di sabato pomeriggio”

Le parole di Wilde mi sono tornate subito alla mente domenica quando ho visto scendere in campo la nostra Under 18 e gli avversari dell’Amatori.

Gli avversari sono chiaramente più pesanti e massicci. La prima linea e alcuni dei trequarti hanno dei fisici imponenti e lo sguardo rilassato di un grizzly che sia stato svegliato troppo presto e in modo molesto dal letargo invernale.

I nostri compensano con una evidente tensione di cui mi accorgo molto prima della partita quando devo desistere dal tentativo di far sedere mio figlio in macchina e mi vedo invece costretto a caricarlo sul portasci.

Sugli spalti serpeggia una sinistra consapevolezza: “oggi finisce a botte, speriamo che l’arbitro tenga in pugno la partita!”.

La partenza è subito tosta tostissima, con un gioco molto determinato da entrambe le parti.

Il Milano si fa sentire in mischia chiusa e, grazie ad una buona difesa, impedisce ai nostri di costruire azioni pericolose.

Dopo una lunga fase di studio i nostri riescono finalmente a ingranare la marcia giusta e partono con una bella sventagliata molto precisa che, nei nostri 22, fa arrivare la palla fino all’ala. Inizia una risalita rapidissima e veramente chirurgica, che termina con una splendida meta di Capitan Daniel in mezzo ai pali.

È sempre Daniel che, con la trasformazione, porta il tabellone sullo 0 a 7 per i Roadrunners. Siamo all’undicesimo del primo tempo e la partita è ancora tutta da giocare, quindi il pubblico si impegna a fare la propria parte per dare la carica ai ragazzi in campo.

Il gioco è durissimo e gli scontri in campo si sentono echeggiare fin sugli spalti. Rina riceve un buon pallone e parte con una corsa solitaria fermata in modo falloso a parere dell’arbitro, che ci assegna una punizione in un punto piazzabile. Daniel ci prova ma il calcio risulta più insidioso del previsto ed il punteggio rimane invariato.

I nostri sono molto presenti nella metà campo avversaria e, anche se non riescono a portare a casa punti, fanno sentire la pressione agli Amatori, costringendoli a chiamare un Mark per riorganizzare le fila. Le due squadre sembrano molto equilibrate: gli Amatori fortissimi negli scontri individuali e nei raggruppamenti, noi sicuramente superiori nel gioco aperto ed in touche.

Il primo tempo si chiude con una splendida galoppata di Barney che tenta di regalarci una delle sue mete spettacolari ma purtroppo perde la palla in avanti e lascia il tabellone sullo 0 a 7.

Durante la pausa i nostri allenatori decidono alcuni cambi strategici, mirati evidentemente a confondere gli avversari: Jaki passa da 8 a flanker, Rina va in porta e tutti giocheranno con dei baffi finti.

La strategia non sembra funzionare perché i primi punti della ripresa sono del Milano, che annulla le distanze portandosi sul 7 pari.

La tensione altissima e una direzione di gara forse non perfetta per quanto riguarda la tenuta della disciplina, innescano a questo punto la miccia che tutti temevamo ed i ragazzi iniziano a scambiarsi accese opinioni nei più svariati ambiti, sottolineandole, occasionalmente, con alcune pacche sulle spalle di fraterna amicizia:

“Il concetto di Superuomo di Nietzsche è un mattone fondamentale del pensiero moderno” sentenzia l’8 del Milano.

“Nietzsche ha portato a derive assolutiste che hanno segnato in modo indelebile la storia moderna e va ridimensionato” sottolinea Gunther.

Di fronte a queste affermazioni forti, parte un parapiglia generale.

Mentre Maurizio, da bravo guardalinee, cerca di sottolineare gli influssi di Schopenhauer sulla filosofia nitzschiana, gli altri ragazzi si lasciano andare a scambi davvero molto accesi.

Dopo qualche minuto l’arbitro riesce a riportare la pace in campo sentenziando con Parmenide che “L’essere è, e non può non essere” e per sottolineare l’affermazione ritiene doveroso estrarre due cartellini rossi ed uno giallo, divisi in modo equo tra le due compagini.

Mentre il pubblico sugli spalti fatica a calmarsi dopo la maxi-rissa, pardon, dopo l’acceso simposio scientifico, i nostri Roadrunners ci impartiscono la migliore delle lezioni, rispondendo con una splendida meta di Daniel, che viene lanciato da un assist di Rina e riesce persino a trasformare.

Siamo 10 a 14.

Adesso direte “ma gli Amatori non erano fermi a 7?”

A parte che siete prevedibili, ma poi scusate, con tutta l’ira di Dio che stava succedendo in campo secondo voi io avevo testa di annotare una punizione trasformata dai nostri avversari? Su, dai, fate i bravi…

Passano appena 5 minuti quando Daniel, nei 22 avversari, cerca lo sguardo complice di Abu, lo trova ed effettua un calcio-passaggio di esterno che arriva direttamente in area di meta. Abu parte con un tempismo perfetto e brucia l’avversario di quel mezzo metro che basta a mettere per primo la mano sul pallone. Una meta da Prime Time che manda il pubblico in visibilio e fa letteralmente esplodere lo stadio.

La partita, molto dura sul piano fisico, costa ad entrambe le squadre molti infortuni. Leo e Daniel sono solo gli ultimi due di una lunga serie di infortunati, che ci lascia letteralmente senza più cambi e, mentre Michele entra in campo per portare Daniel in braccio fino alla panchina, occorre fare un nuovo rimescolamento di carte, facendo rientrare parte dei giocatori già mandati a riposo dopo il primo tempo.

Il Milano, con grande determinazione, reagisce e segna un’ottima meta, mancando però la trasformazione.

Il punteggio si ferma quindi sul 15 a 21.

Una partita difficilissima, che i nostri ragazzi in campo hanno gestito sicuramente meglio di quanto abbiamo saputo fare noi genitori dalle tribune.

Vedere i ragazzi che, dopo essersele date di santa ragione, si scambiano abbracci, sorrisi e complimenti reciproci, è la più bella lezione dei valori fondanti di questo sport.

Un altro grande aforisma sul rugby afferma che sia “uno sport da teppisti giocato da trenta gentiluomini”.

Vangelo!

Forza CE!

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