Per una volta non parliamo dei risultati del campo, anche se líimpegno e líagonismo dei nostri Road Runners domenica non Ë mancato.
Vogliamo focalizzare quello che Ë successo subito dopo la partita giocata contro gli amici di Rho , in cui una nostra atleta Ë stata oggetto di un linguaggio non accettabile da parte di uno o pi˘ (ma questo non importa) ragazzini della squadra avversaria .
Il gesto dellíeducatore del Rho Ë stato esemplare: senza indugiare, per punizione,† ha ritirato le sue due squadre.
Quaeste cose vanno dette, sottolineate e fatte capire ai nostri ragazzi. Il rispetto per líavversario, maschio o femmina non importa, alla fine della partita Ë sacro e sul campo impegno e agonismo si, ma scorretezze e parolacce no.
Come societ‡ dobbiamo avere il coraggio, se mai dovesse succedere, di essere capaci di gesti simili, prendendo il singolo per sterilizzare gesti non appropriati e se il singolo non Ë identificabile ritirare la squadra in caso di omert‡.
Líobiettivo Ë pi˘ alto rispetto al risultato del campo, dobbiamo evitare derive pericolose che non ci appartengono e solo attraverso líimpegno di tutti, in primis gli educatori, potremo aspirare a formare degli UOMINI.
Articolo pubblicato da una mamma del Rho sul sito degli amici del Rugby RHO
U12: BRUTTA DOMENICA A CERNUSCO
Non so se sia un bene o un male raccontare questa giornata. Certo Ë che oggi ho vissuto il brutto dell’agonismo sportivo. Specialmente se stiamo parlando di ragazzini di 10/11 anni. Personalmente concordo in pieno con la decisione degli allenatori di allontanare i ragazzi dal campo da gioco e non consentire loro di concludere le finali. Peccato perchÈ i nostri ragazzi stavano giocando molto bene, entrambe le squadre. Pi˘ volte Ë stato chiesto al responsabile di farsi avanti ma nessuno ha fatto il passo. Quel passo che ci avrebbe comunque reso orgogliosi dei nostri ragazzi. Nessuno!!! CosÏ a pagare Ë stata tutta la squadra, rossi e grigi senza distinzioni, ed Ë giusto che sia stato cosÏ perchÈ i ragazzi loro sono una cosa solo, sono il Rho.
E’ vero che chiunque puÚ compiere una leggerezza. Nel momento emozionante della partita tutto puÚ succedere, anche una parola di troppo. Ma bisogna anche avere il coraggio di dire: sono stato io, e mi assumo le mie responsabilit‡ per quello che ho fatto. Porgere le proprie scuse a chi abbiamo ferito Ë segno di grande maturit‡ e di grande coraggio. Questo fa la differenza tra un signor nessuno ed un uomo. E noi vogliamo crescere degli uomini con dei valori e dei principi ben solidi. Il branco a noi non interessa.
Spero che quanto Ë successo non si abbia pi˘ a ripetere perchÈ il rugby che ci insegna a rispettare l’avversario, sia esso maschio o femmina, non Ë fatto di insulti e di brutte parole. Il rugby ci insegna a passare insieme una bella giornata, a divertirci ed emozionarci.
Un ringraziamento profondo va fatto ai nostri educatori che oggi ci hanno ancora una volta confermato di essere all’altezza della situazione dimostrando di saper gestire anche situazioni difficili e poco piacevoli. Grazie, grazie di cuore.
Sara, un genitore