Cernusco – Cus Brescia: il libro Cuore, ma grigio amaranto

30 Set 2011

Il primo giorno di scuola.
La luce di ottobre e il caldo tepore dellíultimo sole.
Il verde tendente al giallo degli alberi e del campo temprati una estate di passione.
Basta una cartella, una borsa grigia e amaranto per aprire i cuori e far cominciare il tuo cuore a battere pi˘ forte. La tensione nascosta da vacanze, serate, allenamenti conclusi in allegria arriva tutta in una volta, come un fiume in piena che ti fa tremare le gambe. Per fortuna che appena ti giri ci sono i tuoi compagni di avventura, li vedi e sai che anche loro stanno provando la stessa cosa e cosi stai meglio, anzi ti rilassi perchÈ sai che ci sono loro. Sorridi e pensi a tutti i tuoi anni† e a tutti i primi giorni di scuola. Tutti sono uguali eppure sono tutti cosi diversi. Il tempo di due chiacchiere e la campanella suona. Il maestro Gazzoni (Perboni) ci richiama allíordine. Lui arrivato da cosi lontano Ë tranquillo e deve ancora conoscere la sua classe, li ha visti tutti insieme †ma non sa ancora come si comporteranno al primo esame. Eí curioso e si aspetta tanto. Tu lo sai ma lui intanto si limita a scrutarti, prova a tranquillizzarti con lo sguardo e a scambiare due parole con la maestra della penna rossa Lasorsa. Lei conosce il morale della truppa, e le sue parole sono quelle che ci lasceranno il senso del momento.
Líesame comincia quando si chiude la porta dello spogliatoio, i rumori in corridoio non si sentono pi˘ e finalmente ci possiamo mettere ai nostri posti nei banchi scelti negli anni passati.

Io sono vicino a Maria (Coraci) che parla una lingua strana e dice tante cose contro la chiesa, proprio a fianco di Vincenzo (La Mattina) che fa di no la testa ma intanto ride. Nella mia classe ci sono proprio tutti, ci sono ricchi come il bello e altezzoso Emanuele (Nobis), sempre benvestito e ordinato che ti guarda dal suo trionfante piedistallo e ci sono anche i poveri come Alessio (Crossi) che sempre con le stesse scarpe non si vergogna e guarda il mondo sicuro di se. Il muratorino Siro (Rabucco) Ë li in angolo che prova mentalmente i suoi calcioni e pensa allíesame proprio fianco a fianco al capitano Assandro (Garrone). Eí Garrone che si fa carico dei momenti prima dellíesame, grosso e possente difende la sua scolaresca dai cattivi e se cíË qualcuno in difficolt‡ Ë il primo a sacrificarsi, anche quando cíË da fermare Antonello (Franti) da qualche attacco un pÚ troppo in foga e quando cíË da assumersi qualche colpa non sua.

Ci raccontiamo storie come quella del piccolo tamarro lombardo*, ma intanto pensiamo alla partita.

Con un portafoglio in mano cíË Campa (Garoffi) che tra una lezione e líaltra cerca sempre di mettere via qualche nichelino per casa e che questíanno ha deciso di frequentare assiduamente tutto líanno. Vicino a lui lo sguardo perso nel vuoto di Francescone (Stardi).† Da sempre al banco in prima linea Ë quello che si becca tutta la pressione, ma lui non ha problemi Ë come un insegnante ma non di sostegno, direi pi˘ “del” sostegno.† Anche Petretta† (Precossi) sente la partita, Ë talmente teso che gli tremano le mani ma quando si comincia a fare seriamente Ë la mente a prendere il sopravvento e allora a tremare sono gli altri.† A scherzare prima dellíesame ci pensano il primo della classe Cerutti (Derossi) bello e forte come un mobile che Ë anche il giocatore pi˘ forte del mondo e il piccolo Kone (Nelli) il primo a infilarsi in un casino e líultimo ad uscirne assieme ai suoi compagni di avventura Pennellone e Stecca. Provo anche io a giocare con i riccioli d’oro di Jacopo (Chiesa) il piemontese ma lui non ride, ho la sensazione che non capisca ma mi dicono che i piemontesi sono cosi e che si fanno valere in campo.
Poi ci sono i piccoli, quelli della scuola materna che ci girano intorno e allegri e rumorosi, non sanno nulla della scuola e della vita. Pensano a giocare, come li invidio…se ci penso mi sembra anche di conoscere i loro nomi: Carletto, Vitaly e FranceschinoÖbasta dargli la palla e via che corrono a giocare, e chi li prende pi˘ questiÖ

Poi ad un certo punto tutto si spegne, non c’Ë la campanella, c’Ë un fischio…Ë l’ennesimo esame, che puoi passare solo se ci sono i tuoi compagni di classe, un pÚ come la vita.

Nella mia classe siamo in tantissimi, molti non li conosco ancora ma so che tutti saranno al mio fianco e sono gi‡ loro amico perchÈ mi Ë bastato giocarci assieme una volta per vedere che il colore del cuore era uguale al mio, era grigio e amaranto.

Lino (Enrico Bottini) Cagno

 

*La storia Alberto Rescigno, un giocatore del Cernusco che da solo in giorno decise di affrontare una squadra di rugby bresciana. Nonostante le suppliche della famiglia e dei compagni di squadra Alberto si iscrisse come squadra al campionato di rugby e alla prima giornata affrontÚ il Super Brescia Crasti. Partito a razzo il giovane tamarro in soli 5 minuti riuscÏ a segnare tre mete in velocit‡, a caricare otto gettoni di autoscontro e a farsi disegnare un nuovo tattoo sulla chiappa destra.† In un tempo speso in difesa subÏ una sola meta, tanto che dopo il primo tempo† il parziale era Rescigno 17 ñ S. Brescia 5.
†Nella seconda parte di gioco i bresciani giocarono sporco, inserirono di nascosto un sedicesimo uomo e cominciarono a picchiare il povero Alberto con delle piccole vanghe e alcuni mattoni. Alberto fu capace comunque di piazzare la palla del 20-15 a cinque dalla fine. Colpito duro da un tondino Rescigno resister‡ per 15 fasi prima di capitolare a tempo scaduto in mezzo ai pali e sverr‡ prima vedere la trasformazione del 22-20 finale per i bresciani. I fatti di Cernusco fecero il giro del mondo e accolto come un eroe a Time Square Rescigno venne soprannominato ìThe Gigantishî e divenne una star di Hollywood.

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