Allíinizio degli anni 80, in seguito al potenziamento della linea ferroviaria Milano-Napoli le ferrovia dello stato presero la decisione di costruire un nuovo modello di locomotiva ad alta pressione. Líingegner Petretta, luminare ferroviario del tempo, ebbe líincarico di costruirla nei Cantieri di Pompei. La Locomotiva venne creata fondendo il metallo del mostro a due gambe con la lava del Vesuvio. Lavata con il fuoco e temprata dal bagno nel Golfo e dallíadolescenza nella citt‡ di Pompei la PE3, venne successivamente migliorata con iniettori a vapore di scarico e sifoni termici.
Al termine dei lavori la locomotiva, alimentata per la prima volta a Pizza e Birra venne trasferita a Salerno per le prove tecniche di messa in servizio. Subito i tecnici si resero conto della eccessiva potenza del mezzo capace da solo di scardinare intere difese avversarie, di sollevare qualsiasi saltatore e di spingere fino alla demolizione gli altri modelli in mischia.
La Locomotiva PE3 venne utilizzata in campo a Salerno dove effettuato il collaudo entrÚ in servizio collezionando oltre 25.000 chilometri percorsi in perfetto orario. Oltre allíefficacia in zona di carico i punti di forza della PE3 era la precisione totale attraverso la quale le ferrovie salernitane riuscirono quasi a conquistare la promozione. Grazie allíinnovativo sistema di alimentazione perÚ la potenza della PE3 era eccessiva e il modello venne accantonato per fare spazio a modelli pi˘ piccoli e scattanti. La PE3 rimase ferma ad arrugginire per due anni ma la sua storia doveva ancora incominciare.
Rivenduta ad un mercato di vecchie lamiere di Cernusco dal tecnico ferroviario Luca Assandro la PE3 venne rimessa a nuovo nei cantieri Martesana di Cernusco con un paio di aggiunte tecniche.
Il tentativo di cambio di accento e di diminuzione della precisione operati da Gaetano Lagellotti furono un fallimento ma i cantieri di Cernusco riuscirono nellíintento di aprire di nuovo il cuore della PE3 inserendovi allíinterno un nuovo tragitto da seguire, ordini di azione precisi e soprattutto una nuova livrea grigia e amaranto. Ancora super potenziata per le tratte di Cernusco alla PE3 venne aggiunta una valvola di sicurezza TTA-PE capace attraverso una vibrazione di scaricare parte della energia sviluppata dal motore a pizza e birra prima della partenza del convoglio.
Il sistema frenante era quello ad† aria compressa, sistema Westinghouse migliorato con un paio di Campari. Per il solo mezzo di trazione, era presente anche il freno moderabile diretto ed il freno a mano di stazionamento azionato da Vagliani e da Gazzoni in caso di eccessivo traino.† Il telaio in lamiera di vesuviana chiodata poggiava, mediante sospensioni a balestra e bilancieri, su un rodiggio composto da una scarpa con otto tacchetti.
La nuova versione della locomotiva venne denominata PE3-TTA e nel primo viaggio inaugurale al Castello portÚ a fare un giro turistico per il campo tutta la mischia avversaria lanciando Barisione nello nello spazio.
La PE3-TTA, ancora oggi in servizio, Ë denominata anche Locomotiva del sud e ogni domenica percorre la sua tratta Cernusco ñ Meta con il carico utile di tutta la mischia arrivando sempre in perfetto orario su ogni punto di incontro, garantendo la massima resa in touche e lasciando sfogare i suoi potenti stantuffi in mischia chiusa. Per la sua eccessiva potenza di impatto la sua autonomia Ë stata ridotta ad 80 minuti ma sono quelli che ogni domenica mandano in visibilio il gruppo Cynar e tutti gli appassionati ferromodellistici che vedono all’opera un esempio di prodigio umano-ingegneristico senza eguali.