Che bella questa iniziativa chiamata Rugby per tutti. La FIR ha tirato fuori dal suo cilindro magico un modo per far giocare i neofiti in tornei dedicati a loro: 4 o 5 societ‡, ognuna porta una squadra per ogni under10 e under 12, ma solo con giocatori iscritti questíanno.
Bello, diciamo noi. E cosÏ si coinvolgono i genitori dei nuovi ragazzi. Si spiega loro cosa significa, mille domande, entusiasmo per alcuni, incredulit‡ per altri e la macchina organizzativa che si avvia. La mitica conta dei presenti e un nuovo accompagnatore assunto e inserito nelle fila dei ben rodati under10. Povero Luca. Non sai cosa ti aspetta. Gi‡, proprio non lo saiÖ.
Primo appuntamento Rovato. Campo conosciuto da tutti i ìveteraniî della under10, ma sconosciuto per i nuovi. Appuntamento al campo alle 9.00. Precisi e puntali come non mai i nostri sono tutti presenti alle 9.00 sul campoÖvuotoÖ Non cíË nessuno. Nessuníaltra societ‡. Nessuno del Rovato.
Si avvicina un responsabile del Rovato, sbucato fuori da qualche anfratto del magazzino, e comunica allíincredulo Luca: ìma il torneo Ë stato annullatoî. Per mancanza di adesioni, dice. Il povero Luca, alla sua prima esperienza da accompagnatore, comincia a telefonare. Ma tutti gli dicono che la mail di disdetta non Ë mai arrivata. Non ha importanza. 11 atleti in erba con i genitori al seguito sono lÏ, ad aspettare.
Quelli del Rovato dicono: ìma perchÈ non andate ad Ospitaletto. CíË un regionale. Le nostre under stanno giocando lÏî. Ma che squadre giocano? Ospitaletto, Mantova e Rovato. E non sono le squadre neofite. Chiunque avrebbe detto ìNo, dai, troppo forti per i nostri cuccioliî. Ma a guidare i nostri atleti cíË Tonga, che senza pensarci un microsecondo dice: ìAndiamo!î.
In cinque minuti arrivano al campo di Ospitaletto, il tempo di appoggiare le borse in spogliatoio e sono subito sui campi. Un piccolo atleta chiede a Tonga: ìma questi sono al primo anno come noi?î. E Tonga risponde: ìNon farti troppe domande. Siamo qui per giocare a Rugbyî. Tonga insegna líignoranza!
Gli atleti sono tutti contenti, elettrizzati dalla novit‡ e dal cambio di programma. Si ritrovano in un torneo con squadre che non conoscono (beata ignoranza), senza i loro compagni ìvecchiî che li sostengono e li aiutano. Ma sono tutti felici, hanno líaria di chi si diverte per la scampagnata.
Chiamo Luca al telefono, io un poí in ansia. ìCiao Sindaco, qui si stanno divertendo un casino!î. E mi dice che non stanno neanche facendo una brutta figura. Sono scesi in campo concentrati, agguerriti e per svolgere il compito per cui si sono svegliati alle 7 questa mattina: giocare a rugby. E lo hanno fatto, divertendosi. Con quella passione che i nostri educatori sono riusciti in questi mesi a trasmettergli. Nessuno di loro si Ë rifiutato di giocare. Nessuno di loro si Ë lamentato perchÈ in squadra non aveva líamichetto forte. Nessuno di loro ha abbandonato i propri compagni di squadra per capricci da primadonna.
I risultati non contano. Qualche meta fatta, un pareggio (e scusate se Ë poco, con queste squadre!), molte mete subite. Ma quello che ha dominato su tutto Ë la loro inconsapevolezza di aver fatto parte di un piccolo pezzo di storia del Rugby Cernusco. ìCome quella volta che a Rovato non cíera nessuno o poi siamo finiti a giocare col MantovaÖî ricorderanno tra qualche anno.
Grazie ragazzi. Ci avete dato una bella lezione. Agli allenatori avete insegnato che quello che vi trasmettono non Ë sbagliato. Ai vostri genitori avete insegnato che il rugby non Ë quello della televisione, dei terzi tempi e delle Haka. A molti di noi avete ricordato cosíË il rugby.