Conversazioni del dopo-partita.
“Ah, ma oggi non scrivi l’articolo?”
“Si, certo, perché?”
“Beh di solito prendi appunti su chi segna le mete, sulle trasformazioni…”
“No ma tanto se ne occupa Ivano, quindi mi sono goduto la partita. Poi di solito Ivano mi manda tutto via mail”
“Ma oggi Ivano non c’è”
“Ah”
Ci sono assenze che feriscono più di una stilettata al cuore.
Contro i Raptors ci giochiamo davvero tanto: una semifinale strappata con tantissima fatica che significa avere ancora una chance di concorrere all’ambito posto in interregionale. I nostri ragazzi sono tesi e carichi e, anche se il coach ha saggiamente raccomandato di giocare senza pressione e senza pensare al risultato, la tensione è palpabile.
Il campo di gioco è in condizioni buone, considerando le recenti nevicate, ma le condizioni in cui i ragazzi si trovano a giocare non sono certo ideali: fango, freddo e un vento teso che scende dalle vicine montagne fanno capire che sarà una partita impegnativa dal punto di vista fisico. Motivo in più per far girare la palla e le gambe, tenendosi caldi con qualche sana galoppata verso la meta avversaria. Se fossimo gli unici a pensarla così, sarebbe perfetto. Il problema è che i nostri avversari sembrano avere il nostro stesso piano!
Colpiti dalla curiosa coincidenza, sugli spalti ci diamo da fare per scaldarci a forza di urla e battimani.
L’inizio non è esaltante, con un gioco molto statico proprio a causa del terreno scivoloso e dal mix palla infangata + mani congelate, che spingono sia i nostri che i Raptors a molti avanti. I primi punti sul tabellone sono proprio dei nostri avversari, che sfruttano un nostro errore per piazzare il calcio del 3 a 0.
La partita è ancora lunga e i nostri sono decisi a far sentire subito la voglia di reagire. Con un’azione splendida, che culmina nella prima corsa solitaria della partita, Barney ci porta sul 3 a 5 e Daniel aggiunge i due punti della trasformazione. I Raptors sono fisicamente molto prestanti e motivati tanto quanto noi, quindi ogni punto è fondamentale.
Sul 3 a 7, riprende un gioco molto statico. Entrambe le compagini tentato ripetutamente di esplorare la profondità senza grande successo. La pressione in difesa è altissima e gli spazi di corsa davvero ridotti al minimo. I nostri ragazzi giocano col cuore, rifiutando ostinatamente di adattarsi alle condizioni del campo, che richiederebbero forse passaggi più corti e un maggior numero di fasi e, come spesso succede, la fortuna decide di aiutare gli audaci, premiandoli con la meta del 3 a 14.
Il risultato ci regala un po’ di serenità, ma è un vantaggio ancora troppo risicato per poterlo gestire, soprattutto contro un avversario così grintoso, sostenuto da un tifo di primissimo ordine.
“Ma quindi” mi chiederete “a questo punto è finito il primo tempo?”
Forse. O forse no. Il vero cronista deve saper trascendere da questi dettagli, che sanno troppo di “giornalettismo” di provincia e sono indegni di una prestazione maiuscola come quella che i nostri ragazzi ci hanno regalato sabato! E voi vi dovreste vergognare solo per averlo pensato. Ma vi perdono. E continuo a raccontare che da questo momento il CE si è impegnato in un ripasso della tabellina del sette, continuando a macinare metri su metri e portando il tabellone sul 3 a 21.
Assolutamente degna di nota tra tutte la terza meta di Barney: calcio a scavalcare verso l’ala, palla che parte come una scheggia impazzita, metà dei nostri tre quarti che galoppano come stalloni per cercare di recuperarla e proprio Barney che, con un tuffo che Tania Cagnotto scansati, schiaccia il pallone già atterrato in area di meta. Ha applaudito anche l’arbitro.
Sul finire della ripresa i Raptors hanno una reazione incredibile e ci fanno davvero temere il peggio. In rapida sequenza piazzano due mete incredibili che, mancando la trasformazione, fermano il punteggio sul 13 a 21.
Il fischio dell’arbitro ci regala l’emozione della finale. Unica nota negativa della serata il brutto infortunio occorso a Matteo a un minuto dallo scadere: spalla lussata e la certezza che in finale potrà dare sostegno solo dalla panchina. Forza Matteo, non ti dimenticare che questo è solo l’antipasto e il campionato deve ancora iniziare, ci sarà tempo per rifarsi!
E in attesa di vedervi tutti sugli spalti per la finalissima contro il Franciacorta, come sempre, FORZA CE!