Nel secondo capitolo dei Promessi Sposi, il Manzoni scrive: “si narra che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi”.
Beato lui.
Evidentemente il principe di Condé e, per quanto ci risulta, nemmeno il Manzoni avevano mai preso parte a una partita di rugby. Quando arriva al campo mio figlio sembra una statua di sale. I saluti che scambio con gli altri ragazzi della U18 mi fanno capire che anche per loro le cose non sono molto diverse.
“Ciao Peppa”
“Mmm”
“Ciao Boga, forza ragazzi”
“Gwnnegh”
“Hegwh”
È opinione diffusa tra i neurolinguisti che le facoltà vocali dei rugbisti subiscano una costante involuzione con l’avvicinarsi della partita, fino a raggiungere il livello di “cinghiale della macchia mediterranea” nella mezz’ora precedente il calcio d’inizio. Abbiamo incontrato e battuto il CUS solo quindici giorni fa, ma quando si gioca per difendere l’onore del Castello la pressione è sempre notevole.
La partita inizia puntualmente alle 18, ed il ritmo appare subito altissimo. I nostri subiscono la pressione del CUS e sembrano meno precisi del solito nel gioco alla mano. È proprio grazie ad un nostro errore che gli avversari riescono ad andare in meta dopo appena quindici minuti. I ragazzi reagiscono subito egregiamente, ancorandosi alla mischia chiusa che permette di recuperare un’ottima palla grazie alla quale Barney segna in mezzo ai pali. Con la trasformazione ci portiamo sul 7 a 5. Il confronto continua serrato ed il CUS ha una difesa davvero grintosa, costringendoci ad un tenuto che il calciatore avversario non manca di trasformare, guadagnando i tre punti che servono a riportare in vantaggio i nostri ospiti.
A metà del primo tempo i nostri ragazzi sembrano avere un piccolo black-out. Gli errori di handling si fanno sentire e permettono al CUS di allungare ulteriormente, portandosi sul 7 a 15. La squadra che ci troviamo ad affrontare sembra molto più determinata di quella di due settimane fa e tutto il primo tempo è una lotta feroce tra due avversari che si equivalgono. Daniel ci porta sul 14 a 15 dopo una magnifica corsa solitaria, bissando dopo appena quattro minuti con una azione-fotocopia: 19 a 15. Allo scadere, con un uomo in meno per un giallo assegnato a Filo, subiamo la rimonta del CUS e torniamo in panchina sul 19 a 20. Nella ripresa si impone un cambio di passo. Filo rientra in campo e continua l’egregio lavoro in terza linea, mentre dalla panchina arrivano forze fresche per permettere alla squadra di alzare il ritmo di gioco. È proprio uno dei nuovi entrati, Jaki, a segnare per il CE i primi punti del secondo tempo, con una meta in tuffo alla bandierina. Sfortunatamente subisce anche un duro colpo alla testa che ci fa pensare al peggio, ma dopo pochi secondi il medico lo dichiara in grado di proseguire.
Sul 24 a 20 assistiamo ad uno splendido calcio-passaggio di Barney, che consegna a Gunther la palla e gli permette di segnare dritto in mezzo ai pali: 31 a 20. I ragazzi si sentono più sicuri e questo si vede anche nel gioco alla mano, che diventa più preciso ed efficace. Giovanni, dopo una finta di sopracciglia che spiazza la difesa avversaria, si lancia in una corsa solitaria che “Bolt, per favore, vammi a fare la spesa” e consegna a Filo la palla del 38 a 20. Il pubblico è entusiasta di veder coronata una partita di sacrificio come quella di Filo con una splendida meta. Il CUS non molla e ci spinge a una difesa disperata a cinque metri dalla nostra meta senza, per nostra fortuna, riuscire a concretizzare. Siamo a metà della ripresa e la tensione è alle stelle. Forse per rilassarsi, o forse per segnalargli di spostarsi da lì, Jaki decide di suonare la batteria con la schiena di uno dei nostri avversari: una decisione che ci costerà dieci minuti in inferiorità. Tutti temiamo che, con l’uomo in meno, ci possa essere la rimonta del CUS, ma i nostri ragazzi la pensano diversamente e, sebbene in quattordici, riescono a segnare ben due mete, portandosi sul 52 a 20. Al CUS va sicuramente l’onore di aver giocato egregiamente fino alla fine, segnando gli ultimi punti della partita che si chiude sul 52 a 25.
Grande onore ai ragazzi che hanno dimostrato di saper interpretare correttamente una partita impegnativa e “leggere” l’avversario che si è dimostrato molto più temibile di due settimane fa. È il momento di andarsi a godere la mitica pasta di Cecco e il super terzo tempo orchestrato da Cristina e da molti dei genitori che si sono cimentati dietro i fornelli. Ci aspettano sfide ancora più impegnative, quindi facciamo una bella ricarica di carboidrati e, come sempre: Forza CE!
Filippo