Piove, è un venerdì uggioso di febbraio, a seguito di una decina di deprimenti giornate di pioggia e nebbia padane. Sembra un paradosso dal momento che l’iniziativa parla di fuoco e di Sicilia: la club house (santuario laico del rugbista) dei Briganti di Librino, nel catanese, è stata incendiata dalla mafia! Sarà per questo che nonostante il meteo, nonostante il peso della settimana lavorativa, nonostante le lamentele delle mogli, un manipolo di vecchi rugbisti, che per pudore si fanno chiamare old, agli antipodi di Milano si sono dati appuntamento per raccoglie fondi a sostegno dei loro fratelli siciliani con una partita nel campo Sette Aceri di di Settimo Milanese.
I Coyotes di Cernusco sul Naviglio arrivano alla spicciolata dopo un viaggio apocalittico tra il traffico dell’inizio week-end delle tangenziali e il meteo impazzito di questo terzo millennio (sereno, pioggia e grandine si sono alternanti nello spazio di poche decine di chilometri). Ad attenderli i Babbyons di Settimo Milanese, fieri di una preparazione della serata meticolosa preceduta da una fantomatica caccia al cinghiale.
I cernuschesi sono contati, complice il calendario e gli acciacchi dell’età che, sempre per pudore, chiameremo infortuni. Nei Babbyons, soprattutto tra gli avanti, prevale la moda barbuta forse volta ad incutere timore nell’avversario.
Abbandonati i cateteri negli spogliatoi le due compagini vengono convocate dall’arbitro: nel mondo della palla ovale, soprattutto tra gli old, esistono regole scritte, altre tramandate ed altre ancora completamente da inventare. Si decide così di cominciare con due tempi da 15` per poi proseguire ad oltranza fino a che la morte non sopraggiunga o, più semplicemente, non prevalga l’appetito. Ad attendere atleti, accompagnatori, famigliari e i molti sostenitori al seguito (per chi ci vuole credere) ci sono delle pappardelle al cinghiale, che non poco peso hanno avuto nella riuscita dell’evento.
La partita inizia con i Coyotes in attacco pronti a sparare le poche cartucce al seguito, per niente intimoriti dai Babbyons barbuti. Il primo tempo trascorre quasi tutto nella metà campo dei padroni di casa, che però oppongo un argine impermeabile agli assalti degli ospiti.
In effetti a prevalere sono le difese; a fatica i tre quarti riescono a penetrare la linea avversaria e i pochi metri in avanzamento, dall’una e dall’altra parte, sono conquistati con estenuanti pick and go: sembra di assistere a “Francia-Irlanda” del corrente 6 Nazioni, con le dovute proporzioni e vista alla moviola.
Basta però una piccola disattenzione, un placcaggio mancato o un buco nella maglia della difesa dei Coyotes che i Babbyons riescono, con una lunga cavalcata e per ben due volte, a schiacciare in meta. Solo verso la fine della partita l’onore degli ospiti viene salvato da un’azione altrettanto estemporanea del loro centro Cipa che ferma il risultato sulle due mete ad uno per i padroni di casa.
Si è giocato per circa un’ora, cosa che ha del miracoloso alla luce dei secoli anagrafici presenti in campo. Migliore in campo l’arbitro Roberto: imparziale, anche nelle sviste, comprensivo nel far rifiatare l’ospizio, fondamentale come sempre in questo sport.
A questo punto la diffida si sposta nella splendida club house dei Babbyons (architettonicamente una sorta di grande casa nella prateria) a colpi di piatti di tagliatelle al sugo di cinghiale (pare cacciato a mani nude dagli stessi barbudos). I Coyotes vorrebbero mettere in difficoltà i padroni di casa con continue richieste di bis (sembra che nessuno ne abbia mangiato meno di tre piatti colmi) a cui i padroni di casa rispondono egregiamente con incessanti sfornate di teglie. Anche su questo terreno gli ospiti sono battuti: pare addirittura che qualche cernuschese abbia di nascosto imbastito una schiscetta pur di non darsi per vinto.
Maestro di cerimonie della serata il mitico Abo (il babbions che in campo ha vestito la nostra casacca per più tempo nel corso della partita) ed insuperabile organizzatore di eventi, purché attinenti al rugby o al cibo, meglio se ad entrambi. Dopo aver perorato e appioppato le varie onorificenze del match (un esempio per tutte la MdM ovvero “mani di merda” al giocatore che ha lisciato più palloni) ha dato il via ai riti di accoppiamento tipici di questa specie (il rugbista), che, a quanto pare, riescono ancora a strappare un sorriso, seppur di compatimento, alle donzelle.
I risultati della serata non potevano essere migliori: nessuno si è fatto male, nonostante sia stata partita vera, è stata raccolta una somma considerevole per la ricostruzione della club house dei Briganti, divertimento a catinelle (come peraltro la pioggia) e mal di schiena assicurato il giorno dopo…ma soprattutto un avvertimento: mai mettersi contro a chi è abituato ad andare avanti, sempre avanti nonostante tutto: FORZA BRIGANTI!
Un ringraziamento particolare a Roberto, arbitro occasionale ma competente, ai bravissimi cuochi, a chi ha sistemato gli spogliatoi e a tutta l’impeccabile organizzazione dei Babbyons.
Olmo.